Tracklist:
Janitor of Lunacy
The Falconer
My Only Child
Le Petit Chevalier
Abschied
Afraid
Mutterlein
All That Is My Own
Desertshore: abbandona tutto, seguimi nel viaggio. Colui che sa può andare oltre la parola "sconosciuto" e incontrarmi sulla spiaggia deserta.
Desertshore non è il frutto di una mente problematica, non è un esercizio d'eccentricità.
Questo disco è un'incontro temuto, desiderato da molti e soprattuto da molte, esplora la femminilità e ne distrugge i luoghi comuni, esplora la maternità, il dare vita come responsabilità problematica e fonte di gioia allo stesso tempo.
Come potrei descrivere quest' incontro? L'incontro con una donna che esplora il Nulla: la risposta alla ricerca del senso dell'esistenza risiede nell'estrema importanza della ricerca del contrario.
Così comincia questo disco, in Janitor Of Lunacy, imponente, dolorosa, estatica Nico si libera della propria umanità riconoscendola, invocando perdono per essa, invocando la liberazione, l'estinzione dell'umanità:
"Paralyze my infancy
Petrify the empty cradle
Seal the giving of their seed
Disease the breathing grief"
The Falconer si mantiene sullo stesso livello emozionale della prima, anzi aggiunge qualcosa di più, perchè ha due facce, sia musicalmente che per quanto riguarda il testo.
Infatti nella sacralità imposta dall'harmonium di Nico riesce ad emergere il gioioso pianoforte di John Cale (visionario membro dei Velvet Underground e collaboratore fisso di Nico) proprio mentre Nico abbandona la strofa principale per offrire uno spiraglio di serenità. Complessivamente è il suo punto di vista sugli uomini, ma non solo, è il rapporto che quasi ogni donna ha con essi:
"The falconer is sitting on
His summersand at dawn
Beside his singing silverwaves
And his dancing rebelrace
That compose ahead of timeless time
A sound inside my candle light
Father child
Angels of the night
Silverframe my candlelight
The falconer is sitting on
His summersand at dawn
Unlocking flooded silvercages
And with a silverdin arise
All the lovely faces
And the lovely silvertraces erase
My empty pages"
Dei visitatori affascinanti, emozionanti, padri bambini, che cancellano le pagine vuote.
Così si arriva rapidamente alla traccia successiva, My Only Child, una sorta di lettera a suo figlio Ari,che all'epoca aveva quattro o cinque anni.
Cantanta a cappella e scandita da pause di silenzio, solo una nota di tromba fa capolino dopo il "ritornello".Potrebbe essere l'estrema esaltazione della purezza della gioventù:
"My only child remember well
The words that you are told
For some of them it is only
Easy to survive
Their hands are old
Their faces cold
Their bodies close to freezing"
Ari è il protagonista della traccia successiva, Le petit chevalier in cui canta in francese, un intermezzo nel disco che non definirei adorabile ma incantevole, per la voce e il testo.
Con Abschied si entra nel cuore pulsante del disco, si affronta l'altra faccia dell'esistenza: il sonno,la morte, l'assenza di compulsione, non c'è urlo di giubilo perchè distruggerebbere la sacra pace. Non a caso Nico utilizza il tedesco per descrivere le sue pulsioni più oscure.
Il disco sta per concludersi e si arriva alle dovute conclusioni.
Afraid è una mano tesa, un invito ad accettare la bellezza della propria inevitabile solitudine, dell'esistenza in se stessa e a riacquistare la grazia. La voce di Nico, accompagnata da pianoforte ed archi, vuole essere tristemente confortante e riesce benissimo nell'impresa.
Questa è l'unica e ultima concessione di Nico, che con Mütterlein descrive quanto sia trascendentale, doloroso e bello partorire la vita. Campane, trombe, harmonium, archi strapazzati, hammond e pianoforte usato a mò di percussione ricreano un'atmosfera opprimente, vagamente orientale, sacrale che si ripete complicandosi e stratificandosi in All that is my own, capolavoro assoluto soprattutto per le liriche e l'originalità della strumentazione; é qui che si arriva sulla spiaggia deserta, dopo aver demolito convinzioni, dopo essersi resi conto della vera dinamica e difficoltà dell'esistenza, di ciò che vuol dire portarne il peso:
"He who knows may pass on the word I know
And meet me on the desertshore
Meet me on the desertshore
Your winding winds did sow
All that is my own
Where land and water meet
Where on my soul
I sit upon my bed
Your ways have led me to bleed".