martedì 21 agosto 2007

Nico - Desertshore


Tracklist:

Janitor of Lunacy

The Falconer

My Only Child

Le Petit Chevalier

Abschied

Afraid

Mutterlein

All That Is My Own


Desertshore: abbandona tutto, seguimi nel viaggio. Colui che sa può andare oltre la parola "sconosciuto" e incontrarmi sulla spiaggia deserta.

Desertshore non è il frutto di una mente problematica, non è un esercizio d'eccentricità.
Questo disco è un'incontro temuto, desiderato da molti e soprattuto da molte, esplora la femminilità e ne distrugge i luoghi comuni, esplora la maternità, il dare vita come responsabilità problematica e fonte di gioia allo stesso tempo.

Come potrei descrivere quest' incontro? L'incontro con una donna che esplora il Nulla: la risposta alla ricerca del senso dell'esistenza risiede nell'estrema importanza della ricerca del contrario.

Così comincia questo disco, in Janitor Of Lunacy, imponente, dolorosa, estatica Nico si libera della propria umanità riconoscendola, invocando perdono per essa, invocando la liberazione, l'estinzione dell'umanità:

"Paralyze my infancy

Petrify the empty cradle


Seal the giving of their seed

Disease the breathing grief"

The Falconer si mantiene sullo stesso livello emozionale della prima, anzi aggiunge qualcosa di più, perchè ha due facce, sia musicalmente che per quanto riguarda il testo.
Infatti nella sacralità imposta dall'harmonium di Nico riesce ad emergere il gioioso pianoforte di John Cale (visionario membro dei Velvet Underground e collaboratore fisso di Nico) proprio mentre Nico abbandona la strofa principale per offrire uno spiraglio di serenità. Complessivamente è il suo punto di vista sugli uomini, ma non solo, è il rapporto che quasi ogni donna ha con essi:


"The falconer is sitting on

His summersand at dawn

Beside his singing silverwaves

And his dancing rebelrace

That compose ahead of timeless time

A sound inside my candle light


Father child

Angels of the night

Silverframe my candlelight


The falconer is sitting on

His summersand at dawn

Unlocking flooded silvercages

And with a silverdin arise

All the lovely faces

And the lovely silvertraces erase

My empty pages"


Dei visitatori affascinanti, emozionanti, padri bambini, che cancellano le pagine vuote.

Così si arriva rapidamente alla traccia successiva, My Only Child, una sorta di lettera a suo figlio Ari,che all'epoca aveva quattro o cinque anni.

Cantanta a cappella e scandita da pause di silenzio, solo una nota di tromba fa capolino dopo il "ritornello".Potrebbe essere l'estrema esaltazione della purezza della gioventù:


"My only child remember well

The words that you are told

For some of them it is only

Easy to survive


Their hands are old

Their faces cold

Their bodies close to freezing"

Ari è il protagonista della traccia successiva, Le petit chevalier in cui canta in francese, un intermezzo nel disco che non definirei adorabile ma incantevole, per la voce e il testo.

Con Abschied si entra nel cuore pulsante del disco, si affronta l'altra faccia dell'esistenza: il sonno,la morte, l'assenza di compulsione, non c'è urlo di giubilo perchè distruggerebbere la sacra pace. Non a caso Nico utilizza il tedesco per descrivere le sue pulsioni più oscure.


Il disco sta per concludersi e si arriva alle dovute conclusioni.


Afraid è una mano tesa, un invito ad accettare la bellezza della propria inevitabile solitudine, dell'esistenza in se stessa e a riacquistare la grazia. La voce di Nico, accompagnata da pianoforte ed archi, vuole essere tristemente confortante e riesce benissimo nell'impresa.


Questa è l'unica e ultima concessione di Nico, che con Mütterlein descrive quanto sia trascendentale, doloroso e bello partorire la vita. Campane, trombe, harmonium, archi strapazzati, hammond e pianoforte usato a mò di percussione ricreano un'atmosfera opprimente, vagamente orientale, sacrale che si ripete complicandosi e stratificandosi in All that is my own, capolavoro assoluto soprattutto per le liriche e l'originalità della strumentazione; é qui che si arriva sulla spiaggia deserta, dopo aver demolito convinzioni, dopo essersi resi conto della vera dinamica e difficoltà dell'esistenza, di ciò che vuol dire portarne il peso:


"He who knows may pass on the word I know

And meet me on the desertshore

Meet me on the desertshore


Your winding winds did sow

All that is my own

Where land and water meet

Where on my soul

I sit upon my bed

Your ways have led me to bleed".

venerdì 10 agosto 2007

Vento


Violento fragore,


incessante battito,


chi non renderebbe mite,


timido viandante


su queste rocce.




Imploro forza al vento,


costanza alle onde.



Come incerto è il mio passo,


vacillante


di fronte


a tale


perfezione.

Al Faro



Sole:


muore

sulle onde,

inghiottito.


Ninfe,

nuotano controvento,

danzano sulle rocce.


Mille anime a corteo:

increspature vive,

pioggierellina,

gioia vivente.



Madre: purifica.